IL RITORNO


Non era tanto tardi, ma gia' si faceva buio.
La strada proseguiva poco illuminata e silenziosa.
Camminavo senza fretta, cercando di ricordarmi il portone.

Mi apri' quasi subito e non mi riconobbe.
"Chi sei?"- "La ragazza del quadro", suggerii.
L'immagine di un volto di donna, viola, in un cielo di rame cupo
solcato dal volo di uccelli rapaci, non mi abbandonava.
"Quando ci troveremo di nuovo tu non saprai piu' chi sono"
gli avevo detto in quella stessa casa, la notte prima di andare via.

Non era cattiveria, mi spiego' il mattino seguente,
lasciandomi libera la mano, solo non riusciva a piangere.
Lo amavo, come potevo fargli questo?.
Entrai in casa; non avrebbe dovuto dimenticarmi.
Riconobbi il piccolo paesaggio fiammingo invernale e mi
diressi verso la mia camera.

Lui mi segui' senza parlare; non aveva paura.
Il coniglio di peluche della nonna Alice era ancora li',
ma lei era morta, non ero riuscita a ringraziarla .
Lasciai che il dolore e il rimpianto si impadronissero di me,
sperando che mi soffocassero da dentro
per poi cercare un'altra vittima.
Non ebbero pieta'.

Mi fisso' ed il suo cuore fu felice di riconoscere
le pulsazioni all'unisono del mio.
Non per molto.

copyrigth (c) Gabriella Zago